Se sei della mia generazione potresti ricordarti il gioco dello “Specchio riflesso”, in realtà è probabile che qualche bambino dei tempi moderni ci giochi ancora…
Comunque consisteva in questo: se un bambino ti offendeva, bastava incrociare le mani ed esclamare con tutto il fiato in gola “specchio riflessooo!!” ed ecco che l’offesa ritornava indietro dritta dritta al mittente.
Che bello che era, mi sembrava di avere un potere magico con il quale niente e nessuno poteva ferirmi.

In molti corsi di crescita personale c’è un presupposto che afferma che quando critichiamo qualcuno o ci dà fastidio un certo comportamento, in realtà questo modo di fare si trova anche dentro di noi, può essere un atteggiamento che pure noi a volte assumiamo magari senza più rendercene conto e ci dà fastidio proprio perché ancora non siamo riusciti a sistemarlo e a lavorarci sù per primi.
Se ci dà fastidio la non sincerità è probabile che anche noi in certe occasioni non siamo sinceri del tutto, se ci dà fastidio chi non ha rispetto, è probabile che anche noi con persone diverse e in situazioni diverse, non portiamo rispetto e non tolleriamo. Se detestiamo chi fa pettegolezzi è probabile che anche noi qualche volta abbiamo criticato gratuitamente qualcuno senza conoscere la situazione e il contesto in cui ha agito quella persona, alimentando così solo altra negatività.
Questo perché se avessimo già dentro di noi rispetto, amore, sincerità…non ci darebbe così tanto fastidio vedere chi non ne ha, anzi forse faremo qualcosa per aiutarlo a sviluppare quella risorsa, non cadremo in quella trappola o ci comporteremo in un altro modo.
La prima volta che me l’hanno spiegato mi sono arrabbiata moltissimo esclamando frasi del tipo “e’ impossibile, non è vero, non ci credo!” e con aria da snob “E’ proprio perché IO ce l’ho che non sopporto chi non ce l’ha!” dissi tra me e me.
Eppure arrabbiandomi così, stavo continuando a giudicare e a criticare…
Sai che a volte faccio fatica ancora a digerire questo concetto?!!
Eh si..ho bisogno di crescere ancora su tante cose..il cammino della consapevolezza è lungo e così affascinante.

Secondo me in questo pensiero rientra anche l’idea che ciò che diamo poi ci ritorna indietro , magari non dalle stesse persone o negli stessi modi.

Lo scorso autunno quando sono stata a Bali, durante il tragitto da Ubud per le cascate Gitgit verso Nord dell’isola, ho parlato per ore con un taxista locale sulla filosofia induista e sulla ruota del karma e nonostante i mille giri di parole, un po’ in inglese, un po’ in balinese e un po’ in italiano, tornava a dirmi la stessa cosa: i balinesi si comportano bene perché sanno che se faranno del bene riceveranno bene anche nell’aldi là mentre se faranno del male riceveranno male e avranno bisogno di rincarnarsi di nuovo per liberarsi dai desideri accumulati, dai condizionamenti ed espiare i propri sbagli in un continuo ciclo di nascita e morte con il solo scopo di realizzare il proprio Sé immortale.
Le azioni così determinano passato, presente, futuro, e l’uomo è artefice del proprio futuro e del proprio destino.

Ricordo che mentre guardavo fuori dal finestrino il susseguirsi della vegetazione di un brillante verde smeraldo, i mille motorini sfrecciare in strada e superarci a destra e a sinistra e i bazar di ogni tipo, riflettevo che in questo senso il karma non è affatto rassegnazione o fatalismo ma anzi è inteso come responsabilità nell’agire.

Mi è piaciuta molto quella lunga chiacchierata perché faccio parte di quella parte di persone che è convinta che raccogliamo ciò che seminiamo e che a lungo andare il bene e l’amore vincono sempre sul male.

Scegliamo più spesso di guardarci dentro, con coraggio, pazienza e umiltà e osserviamo cosa succede.
Come ho scritto qualche giorno fa, alla mia amica Alisa che ora vive a Londra, qualcosa di meraviglioso accade sempre..

Buon karma!
Enrica

“Occorre essere congruenti e camminare noi per primi il sentiero che chiediamo agli altri” – Lucia Giovannini


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